Con la classificazione della Regione Campania in “zona gialla”, le riaperture avrebbero dovuto avvantaggiare le attività commerciali solofrane (bar, pasticcerie, ristoranti, ecc…), mediante l’allestimento di tavoli all’aperto con un relativo aumento dei consumi.
Purtroppo, l’Amministrazione Comunale, poca attenta alle esigenze dei propri cittadini, ha preferito deliberare in piena pandemia (Giugno 2020) il nuovo Regolamento e termini di pagamento Tari.
In un paese civile, naturalmente, ritengo che sia giusto che tutti paghino le tasse.
Ma in questa particolare fase di pandemia, ove gli esercenti sono stati tartassati dai continui lockdown, l’Amministrazione comunale solofrana avrebbe dovuto porre in essere un provvedimento dal carattere eccezionale, proprio a favore di tale categoria.
A “pagare” sono sempre le attività commerciali solofrane
La competenza purtroppo non abita qui. Ogni problematica, necessità e/o opportunità per la nostra comunità viene affrontata con una forte dose di improvvisazione e questa volta a pagare sono le attività commerciali solofrane.
Occorreva concedere immediatamente a tutte le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) l’autorizzazione per l’occupazione temporanea del suolo pubblico (negli spazi consentiti), permettendo prima l’allestimento dei tavoli all’aperto e poi successivamente concedere un termine di 30 giorni agli esercenti per regolarizzare la propria situazione tributaria.
Altri comuni limitrofi hanno mostrato una particolare attenzione a tali attività commerciali, concedendo sin da subito l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico.
Nella nostra Città di Solofra, invece, la rateizzazione è una condizione imprescindibile anche in questo particolare momento di crisi economica.
Equità sulla tassa dei rifiuti per le attività commerciali solofrane
L’Amministrazione Comunale inoltre dovrebbe deliberare una riduzione “di equità” sulla tassa dei rifiuti per tutte le attività commerciali solofrane, come ad esempio i ristoranti oppure i negozi di abbigliamento, che per molti mesi dell’anno 2020 e 2021 hanno sospeso la propria attività in ottemperanza ai decreti del Governo Nazionale.
Non si comprende perché tali esercenti, che hanno drasticamente ridotto la produzione dei rifiuti, debbano pagare il medesimo importo di un’attività aperta 12 mesi all’anno.
L’ARERA (Autorità di Regolazione e Controllo per Energia, Reti e Ambienti) aveva già stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del nuovo metodo tariffario rifiuti con l’obiettivo di evitare voci di costo improprie, inefficienze e una maggiore aderenza tra le tariffe pagate dalle utenze e la reale produzione dei rifiuti nel rispetto del principio europeo “chi inquina paga”, principio cardine che avrebbe dovuto guidare l’azione degli enti locali nel rideterminare le tariffe in considerazione della particolare situazione creatasi con l’emergenza epidemiologica.
Maggiore tutela delle attività di ristorazione da parte dell’Amministrazione Comunale Solofrana
Ritengo, in effetti, che una situazione pandemica ed eccezionale come quella che stiamo vivendo necessita di provvedimenti coraggiosi a tutela delle attività di ristorazione.
Per questo, bisognava già individuare e programmare i provvedimenti da adottare in attesa delle c.d. riaperture. Invece, le attività commerciali devono “fare i conti” con il nuovo regolamento TARI.
Spero che l’Amministrazione Comunale sia sensibile al tessuto economico della nostra Città di Solofra ed approvi in tempi brevi delle modifiche che permettano a tutte le attività di ristorazione di poter allestire ad horas i tavoli all’aperto, oltre ad una riduzione della tassa sui rifiuti per gli esercizi penalizzati dalle chiusure stabilite dal governo.
Non stiamo discutendo di una scelta politica, ma di una questione di buon senso e competenza.
Al prossimo Consiglio Comunale mi farò portavoce di questa esigenza.
Due interpellanze non inserite nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale
Inoltre, ho presentato due interpellanze che, purtroppo, non sono state inserite nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio:
- Un’interpellanza relativa alla cava della località Turci, mediante la quale ho richiesto all’Amministrazione Comunale opportune delucidazioni sulla gestione dell’attività estrattiva e sul conseguente recupero ambientale.
- Una seconda interpellanza, con la quale ho richiesto all’Amministrazione Comunale i motivi per cui i lavori inerenti la riqualificazione urbana degli alloggi a canone sostenibile siti in via XII Apostoli risultano “di fatto” sospesi o interrotti, e quando vi sarà l’eventuale ripresa dell’esecuzione dei lavori.
Capisco, naturalmente, che a volte, la verità può essere alquanto scomoda per chi è inerte.
Siamo ancora in tempo.
“FATE PRESTO”
“Fate presto” era il titolo che campeggiava a tutta pagina su Il Mattino di mercoledì 26 novembre 1980.
Quello che non ci si immaginava è che quelle due parole sarebbero diventate storia. “Fate presto”, ripreso addirittura da Andy Warhol in una delle sue opere di Pop-Art, è uno dei titoli più iconici, più simbolici della Storia del giornalismo.
Ma, ahi noi, quel “Fate presto” non ha trovato nei media la volontà di riprenderlo e imporlo per far percepire il reale livello di distruzione, di devastazione provocato nel settore della ristorazione dai vari lockdown conseguenti alla pandemia. E’ grave, nello specifico della nostra realtà, la superficialità di un’Amministrazione che piuttosto che essere attenta alle impellenti esigenze dei propri amministrati, si occupi tanto burocraticamente quanto semplicisticamente di rivedere i regolamenti di applicazione delle “gabelle”.
Sta di fatto che in tutta la Nazione la rabbia civile monta quotidianamente, ma a Solofra no! A Solofra forse per spirito di sopportazione o ancor più per dignità, ci si dà il classico “pizzico sulla pancia” in funzione della fiducia nel domani e dell’autostima che caratterizza un sano popolo d’imprenditori.
In luogo dell’imperversante e disarmante improvvisazione s’imponeva, da parte dell’Amministrazione, l’emanazione di un provvedimento di eccezionalità che salvaguardasse la categoria dei ristoratori con la concessione, tra l’altro, di spazi esterni pubblici. Ciò non è avvenuto! Auguriamoci, allora, che ci sia un risveglio del buon senso da parte dell’Amministrazione che piuttosto che provvedere ai regolamenti gabellari provveda ad alleviare la perdurante tragica condizione degli operatori del settore della ristorazione della nostra ammirevole città. Sì Antonello, è giusto. Siamo ancora in tempo.