Appare oramai chiaro a tutti che la vicenda dell’Ospedale Landolfi di Solofra sia oggetto di ampia strumentalizzazione.
Da battaglia di civiltà del territorio e per una sanità territorialmente presente si è passati ad un contenitore politico dai contorni poco chiari.
L’attuale Amministrazione ha compreso che l’Ospedale Landolfi di Solofra rappresenta l’ultimo scudo dietro al quale nascondere i propri fallimenti. Al grido dell’unità per la tutela del Presidio Ospedaliero, si è aggiunto il seme della zizzania e delle ripicche personali.
Alcuni, inerti e dormienti fino a questo momento, improvvisamente hanno sguainato la spada a difesa dell’Ospedale Landolfi di Solofra, in nome forse della poco visibilità o dell’avvicinarsi delle elezioni. Altri, invece, si sono seduti sulla sponda del fiume in nome del “politically correct”.
Occhi puntati sull’Ospedale Landolfi di Solofra e sulle altre emergenze che non vanno accantonate e dimenticate
L’amara questione Ospedale Landolfi di Solofra, presidio vitale per il nostro territorio, forse, opportunamente, è stata utilizzata per veicolare l’attenzione su un unico argomento, tentando di oscurare tutte le altre problematiche che incombono sulla nostra cara Solofra, come ad esempio la ormai nota emergenza dell’impianto di depurazione, la quale, di proroga in proroga, tiene in ostaggio l’attività dell’intero distretto conciario.
Purtroppo, le problematiche del nostro comprensorio sono figlie di un’incapacità politica e di una scarsa rappresentatività, la quale utilizza ogni strumento per alzare lo scontro istituzionale, a danno dei cittadini e della collettività.
Resettare, ripartire e ritrovare il nostro orgoglio solofrano
Per questo bisogna ripartire da zero. Solofra richiede un’agenda politica chiara, ma soprattutto fattibile, scevra da battaglie istituzionali e personali, incarichi e favoritismi.
Necessitiamo di nuova linfa e di veri progetti.
Il vecchio sistema di fare politica è già morto, ma forse ancora non lo sa.
Siamo ancora in tempo.